Il messaggio del vescovo Gianrico Ruzza
Carissimi fratelli e sorelle, in questo tempo in cui le ombre della guerra e della violenza sembrano allungarsi sulle nostre vite, la Pasqua giunge come un faro di speranza, un annuncio di vita che irrompe nel cuore dell’umanità.
Nel tempo di Quaresima, che prepara la Pasqua, ci siamo interrogati profondamente sul significato dell’essere cristiani, e la risposta risuona con forza nel mistero della Resurrezione: i cristiani sono coloro che credono che Gesù Cristo abbia sconfitto la morte ed sia risorto.
Certo, la nostra fede si traduce in gesti concreti di carità, nel prenderci cura dei poveri e degli ultimi, nel lottare per la pace e nel difendere i più vulnerabili. Ma tutto questo scaturisce dalla certezza che Cristo ha spezzato le catene della morte, aprendo per noi il passaggio alla vita eterna.
La Pasqua è, dunque, molto più di una semplice celebrazione annuale. È la riaffermazione della nostra identità più autentica: siamo coloro il cui cammino è segnato dal sangue di Cristo, un sangue versato per amore che ci protegge e ci custodisce.
In questo Giubileo che papa Francesco ha dedicato alla speranza, la Pasqua ci ricorda che la speranza cristiana si fonda sulla vittoria di Cristo su ogni forma di negatività. Egli ha condiviso la nostra umanità, fino all’estremo sacrificio, per annientare la sofferenza, il peccato e la morte.
In questo cammino di resurrezione, vorrei indicarvi alcuni compagni di viaggio.
Innanzitutto, San Francesco, uomo che ha incarnato la gioia del Vangelo e la compassione per ogni creatura. Francesco ci invita a contemplare la bellezza del Creato come riflesso della bellezza di Dio stesso. La sua vita era un’estasi di ammirazione per il divino.
Accanto, vorrei porre il beato Carlo Acutis, giovane testimone della fede nell’era digitale. Carlo, che sarà presto proclamato santo, ci ricorda – soprattutto nelle giovani generazioni – che Cristo è il Signore della storia e che la fede può illuminare anche le sfide del nostro tempo.
La Pasqua è un “invito alla vita nuova”, un “esodo” continuo dalla tristezza alla gioia, dalla paura al coraggio, dall’odio all’amore. È la chiamata a vivere “con azzimi di sincerità e di verità”, ad essere “comunità tra gli uomini per testimoniare la forza incredibile dell’amore vicendevole”.
San Paolo ci ricorda che «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!»; si è offerto per noi, liberandoci dal peccato e aprendo le porte alla vita in pienezza.
Nonostante le difficoltà, non dobbiamo cedere alla paura, perché Cristo ha vinto il mondo. Lasciamoci inondare dalla luce della Pasqua, quella «luce che è un raggio, per tutti quelli che lo vogliono accogliere», e facciamo spazio alla gioia che scaturisce dalla certezza della Resurrezione.
Auguro a tutti che questa Pasqua sia un’esperienza di speranza, di fraternità, di umanità e di profonda gioia.
+ don Gianrico, vescovo