La buona battaglia

Ritiro annuale della fraternità monastica missionaria


Su questo tema sabato 7 e domenica 8 settembre, la Fraternità Monastica Missionaria ha organizzato a Bagnoregio, nella “Casa di preghiera Emmaus”, un Ritiro Spirituale aperto a tutti. Da diversi anni ormai, sorella Chiara e sorella Regina inserite con la loro Comunità nella Parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Maccarese, propongono, oltre al cammino di ascolto della Parola di Dio durante tutto l’anno, anche momenti di spiritualità ed esperienze di vita insieme, per alcuni giorni, guidati ogni volta da un diverso sacerdote.  In questa occasione a Bagnoregio, il nostro padre spirituale è stato don Claudio Suetti.

Don Claudio ci ha parlato della libertà interiore partendo dalla domanda: “Che città sei?”, quella degli schemi che ti costruiscono intorno i genitori, il parroco o chiunque sia e che tu non riconosci come tua o invece quella che “tu vuoi abitare”?

Una tematica forte questa affrontata da don Claudio: “L’arte della buona battaglia” (Efesini 6,10-18) che riprende un filone catechetico sulla dimensione di senso e sulla libertà interiore. È quindi fondamentale stabilire la relazione con Dio Padre: è questione di vita o di morte. La Parola di Dio ci orienta e ci porta al centro del nostro io e al confronto personale e concreto con la realtà.

Ecco l’inizio del percorso che la nostra guida spirituale ha sviluppato e che ha aperto alla riflessione sulla libertà interiore, per riconoscersi figli e rimettere al centro la fedeltà alla grazia.

Nel cammino interiore è essenziale difendere la nostra città che è spesso sotto attacco nella vita reale che genera paure, insicurezze, incognite, autodifese… Perdere l’obiettivo della nostra battaglia, è molto facile, perché se nella vita di ogni giorno ci mettiamo a far guerra alle creature fatte di carne e sangue, siamo nella battaglia sbagliata.

Oggi non si comprende dove si sta andando, siamo senza meta, vediamo le chiese sempre più vuote, i sacerdoti sono sempre di meno, siamo tutti sempre più fragili. Anche trasformare Dio in una morale, in un precetto, ci tiene nella strada sbagliata perché la legge paralizza l’intimità, la relazione vera con Dio Padre. Siamo quindi tentati di soffocare la solitudine che ne deriva andando ai centri commerciali…, ma ecco che la grazia di Dio attraverso la Parola e la preghiera “RICALCOLA” il nostro percorso, ci riporta sulla strada della “buona battaglia”! “Cingete i fianchi” dice Paolo, cingete cioè l’intimità con la Verità del Padre. “Calzate i sandali ai piedi” perché il terreno pieno di scandali ostacola il cammino. È irrinunciabile portare il peso della nostalgia di Dio, la sete di Dio dentro di noi, prendendo per mano ogni fratello, ogni sorella e portare insieme la stessa attesa. Di questa fatica, suggerisce don Claudio, “ESULTATE”! Perché? Perché ogni fragilità aumenta la nostalgia del Paradiso e di Dio. Saremo davvero liberi quando avremo imparato a vivere la transitorietà con lo “scudo della fede e l’elmo della speranza”. Solo così posso contemplare il regno dei cieli in me: Cristo che con la sua Parola porta unità e pace. 

Un cammino per liberarsi da tutti quei pensieri, paure, che quotidianamente offuscano e appesantiscono l’anima creando angosce e confusione che come nebbia non ci fanno vedere la strada e l’orizzonte. E’ li che si insinua il maligno, nelle nostre fragilità e ci trascina nel vortice del male.

È questa la battaglia interiore che sperimentiamo, dice don Claudio. L’orizzonte cristiano è quello che ci determina come credenti, che ci orienta verso la scelta del bene. Non è facile perché il male ci scoraggia, ma noi dobbiamo guardare verso il Padre con fiducia perché sempre lui “RICALCOLA IL PERCORSO” e possiamo ricominciare da capo, non dobbiamo vergognarci di chiedere aiuto perché la sua mano è sempre tesa a cercarci.

L’Arte è quindi di mettersi all’ascolto di Dio Padre per ricercare la propria autenticità, quella fedele al proprio DNA di cristiani che ci fa capire meglio il bene e la bellezza. Il bene che è la verità dell’uomo, la Verità del Vangelo.

Infine don Claudio ci ha invitato a un momento di riflessione e ascolto interiore, da soli nel silenzio, in disparte, soli con Cristo per fare emergere la Parola che ci costruisce ed è anche da condividere. Gli ampi spazi che il luogo di pace che la casa di Emmaus mette a disposizione sono ottimi facilitatori.

Un momento di grazia questo ritiro vissuto in armonia e serenità con tutto il gruppo di partecipanti, circa 40 persone, anche famiglie con bambini, in una cornice di autentica bellezza, ma non è difficile in un luogo come Bagnoregio erto su una rupe, contornato da una valle spettacolare con gli incredibili calanchi intorno ai quali spunta Civita.


Annarita Cugini

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