Tre campanili, una sola chiesa

La Rosta, ingresso di padre Francesco Ortiz Pena

Venuto da Bilbao, padre Francisco Ortiz Pena, religioso dei Figli della carità, è giunto a Riano nel 2016 nella chiesa di San Gabriele ai Costaroni, la piccola parrocchia ai confini del Tevere; da febbraio ha sostituito don Agostino Pantini, lo storico parroco nella chiesa del centro storico, l’Immacolata. Il 30 ottobre padre Francisco ha fatto il suo ingresso come amminitratore parrocchiale nella chiesa della Beata Vergine Maria a La Rosta, la periferia urbana collocata sulla via Flaminia. Tre parrocchie guidate da un unico sacerdote coadiuvato nel suo lavoro da don Luigi Bergamin, don Francis Chinnappan e padre Wilfried Tche.

Un cambiamento importante fortemente voluto dal vescovo Gianrico Ruzza, lo ha fatto presente durante la celebrazione di domenica con l’augurio che i rianesi, attraverso i tre sacerdoti, possano incontrare Gesù nella loro vita quotidiana, non andando in chiesa (questo è per chi ha già incontrato Cristo!) ma sulle numerose strade del paese, come Zaccheo sul sicomoro. Significativo l’incontro che ha preceduto la celebrazione eucaristica, la presentazione in Sala Consiliare del libro “Biografia spirituale del padre Emile Anizan”, il fondatore della Comunità dei Figli della Carità. 

Alla presenza del sindaco Luca Abbruzzetti e del padre Pierre Tritz, vicario generale della comunità a cui appartiene padre Francisco, è stato ripercorso il cammino del fondatore, non solo spirituale. Nato nel centro della Francia nel 1853, periodo in cui la spiritualità cristiana generava santi come Teresa del Bambino Gesù e richiamava a un cristianesimo della piccolezza, padre Anizan è stato cappellano volontario durante la prima guerra mondiale, una scelta fatta per portare Gesù ai soldati al fronte, pregare con loro, confessarli, visitarli nelle infermerie; un pellegrinaggio con i piedi nel fango e nel sangue delle trincee e con la testa al cielo, un esempio concreto di quanto Papa Francesco esprime con il motto “la testa nel cielo, i piedi sulla terra”. 

Un esempio a cui guardare per i sacerdoti di Riano, l’augurio del vescovo di aver fatto un buon dono ai rianesi, l’onore del sindaco di ospitare alcuni Figli della carità quale parte della comunità civile, non solo religiosa. Riano è paese dell’accoglienza, ha una forte connotazione migratoria: ha accolto la comunità abruzzese nel dopoguerra, quella romena negli ultimi decenni e tante altre nazionalità e regionalità. La presentazione del libro si è svolta in francese, il testo è stato tradotto in italiano da Elena Longo, la traduzione simultanea è stata opera di padre Francisco, spagnolo, dimostrando coi fatti di essere al servizio della sua comunità religiosa per portare Gesù in una comunità civile variegata, multiculturale e multietnica.

Moira Adiutori

 

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