Una storia da amare e tutelare

Castel di Guido: sit-in delle Associazioni per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia

Si è svolto puntualmente il 26 giugno, sulla piazza del Borgo di Castel di Guido, il sit-in organizzato dalle Associazioni "Cornelia Antiqua" e "Castel di Guido e altro". Il Presidente, Cristian Nicoletta, organizzatore dell’evento, aprendo la manifestazione, ha ringraziato le tantissime Associazioni e i Cittadini presenti per aver risposto all’appello di Cornelia Antiqua a partecipare a questo sit-in al fine di salvare e riqualificare il sito Archeologico della Bottaccia , sottolineando:” che la concretezza operativa, ha iniziato a smuovere qualcosa e, finalmente, i vari “bla-bla” sembrerebbero destinati a finire nella cartella delle inutili promesse ”.

Il Presidente ha ringraziato i Volontari di Retake che proprio oggi , ancora una volta, hanno pulito la via di Castel di Guido e, come fanno da anni, l’area antistante il Casale. Ha preso poi la parola il dott. Alessio De Cristofaro, funzionario della Soprintendenza responsabile per il Municipio XIII, sotto cui ricade il sito Archeologico della Bottaccia, per illustrare con chiarezza la Convenzione di Faro del 2005, recentemente ratificata anche dal nostro Parlamento, sull'impegno della tutale dei beni storico-artistici. 

Il Vice-Presidente di Cornelia Antiqua, Gianluca Chiovelli nel suo intervento ha voluto evidenziare il ruolo delle Associazioni con queste parole :”Per riuscire a centrare l’obiettivo è necessario creare una rete di Associazioni e coinvolgere i Cittadini perché-chiosa Chiovelli-le Istituzioni devono essere sollecitate nelle azioni di recupero e valorizzazione dei Siti Archeologici e conservarli come eredità per le generazioni future”. La Presidente del CdQ Castel di Guido, Elisabetta Gasparri, ha elencato le attività in programma per l’Estate Romana nel Borgo le più importanti saranno “Il Teatro di Paglia” e i Concerti Musicali. Sono intervenuti dal podio tutti i Presidenti delle Associazioni presenti e che sono attivamente impegnate nella tutela e salvaguardia della nostra Campagna Romana.

Erano presenti: Cristian Nicoletta (presidente Cornelia Antiqua); Fabio Scaccia (presidente Castel di Guido e altro); Riccardo Paolucci (Sotterranei di Roma); Enzo Stefanoni (Gar sezione Cerveteri); Alessandro Capitoni (presidente Mos Maiorum); Sandro Visci (presidente Romars); Romano del Valli (Civiltà Romana); Luigi Plos (Luoghi segreti a due passi da Roma); Pietro Mac (presidente Ager Veientanus); Pietro Serra (Associazione Schola Armaturarum); Ida Oliva (Forestale); Claudia Graziani (presidente Wow); Marco Collanega (Lorium); Andrea Silenzi Schifano (presidente Fonte di Mimir); Diana Calcagni (Retake); Luigi Conte (Priore del Palio dei Fontanili di Testa di Lepre); Elisabetta Gasparri (comitato Castel di Guido).

 

PICCOLA STORIA DEL CASALE DELLA BOTTACCIA
In Italia esistono luoghi, seppur carichi di storia per i Borghi dove sorgono, sono lasciati nel degrado e nella più completa rovina. Il Casale della Bottaccia di Castel di Guido è sicuramente un edificio, porzione di edificio, dal passato antico che per qualche ragione sconosciuta non gode dei “diritti” di recupero e restauro come di altri luoghi simili esistenti a Roma. Il Casale  è forse condannato a una fine ignobile, soffocato dai suoi stessi calcinacci? 
Il Casale della Bottaccia risulta, in stato di abbandono già dal 1964, come documentato da una foto in possesso della soprintendenza dei BB.CC.; in tale foto si vede anche la presenza di alcuni infissi e dei tetti oggi tutti crollati e del fienile, costruito nel 1700, di cui oggi rimane solo la parte basamentale. Nel 1992 i tetti sono mancanti in alcune parti del fabbricato come si vede dalla foto in “Elisabetta Carnabuci, Antiche Strade – Lazio- Via Aurelia, I.P.Z.S., Roma 1992”; dalla quale si nota anche come a quel tempo le aperture non fossero ancora state murate e la tettoia all’ingresso fosse ancora in piedi. Nello stesso volume si afferma che la proprietà sembra essere ancora della famiglia Pamphilj. Nel 2018 Dopo tantissimi appelli ,anche d’ITALIA NOSTRA, e tante promesse di politici in cerca di voti, il Sito Archeologico Casale della Bottaccia era  ancora in stato di abbandono, di degrado e regno incontrastato della prostituzione.
 
Intorno alla metà del 1600 ,per la grande opera di Carità dell’abate Ottavio Sacco da Reggio Calabria (morto nel 1660) e per la benevolenza del Principe Camillo Pamphilj, che aveva acquistato nel 1641 la tenuta dal Card. Alessandro Peretti detto anche Cardinal Montalto, fu edificata la cappella annessa al Casale della Bottaccia . La Cappella fu dedicata a Sant’ Antonio Abate, che , da subito, diventa anche un “piccolo ospedale” per il primo soccorso degli ammalati. Si racconta che nei pressi della Cappella di Sant’Antonio era sempre pronto un carro, con cavalli attaccati, per raccogliere gli ammalati nella Campagna Romana .Gli ammalati o infortunati più gravi venivano inviati all'Ospedale Santo Spirito di Roma.Una Cappella simile a quella del Casale della Bottaccia fu edificata , ancora esistente e visibile, a fianco del Casale Pamphilj sito nel Borgo di Testa di Lepre di Sotto in via dell’Arrone.

Nei primi del ‘700 fu realizzato, probabilmente nel corpo a sud con  grandi saloni ai piani superiori, un piccolo ospedale per il primo soccorso: Eschinardi infatti scrive: “. . omissis . . e parte del Principe Pamphilj di rub. 281 con la seguente detta della Bottaccia di rub. 333 dove si trova sempre pronta una sua carrozza per condurre a Roma gli ammalati della campagna.” ed anche il Metalli: “Il Principe Pamphili vi istituì un piccolo ospedale ed un'ambulanza per il trasporto dei malati poveri a Roma.” . Tale notizia da quanto riportato sul sito del X Dipartimento sarebbe desunta anche dai registri parrocchiali di Castel di Guido: “ . . .omissis . , l’oste assumeva un ruolo delicato: nel contratto di affitto dei locali aveva anche l’obbligo di accogliere i malati e portarli al vicino ospedale.

Il Casale della Bottaccia fungeva non solo per la zona di Castel di Guido ma per tutto l’Agro Romano da ospedale. E due volte a settimana i malati più gravi si trasferivano all’Ospedale di Roma.”; questo riferimento del XVIII secolo conferma anche l’utilizzo di parte del casale come osteria, ribadito anche nella “Rubrica delle tenute e dei casali della carta Cingolana”. Quest’ultima destinazione d’uso probabilmente rimane fino al secolo scorso poiché se ne trovano ancora le tracce nel Casale, e L’ipotesi è sostenuta anche da Luigi Cherubini:”Le vecchie osterie della Campagna si danno da fare: per non restare tristemente abbandonate e inutilizzate, anche se hanno una storia, com’è successo alla “Bottaccia” di Castel di Guido e al Casale dei Francesi di Ciampino…(Omissis) per non morire” (Catasto Alessandrino 433bis/19 19 Ottobre 1661 “Sviluppo della strada che da Porta S. Pancrazio passa per Pisana e arriva a Maccarese” agrimensore Legendre Domenico; Isa Belli Barsali e M. G. Branchetti, “Ville della Campagna Romana”, ed. SISAR, Milano 1975, pag. 249-250- 
 
Franco Leggeri
 
 
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