«La bellezza del Vangelo»

Il saluto del vescovo Gianrico Ruzza alla diocesi

Carissime sorelle e carissimi fratelli in Cristo, 

il cammino intrapreso insieme nei mesi scorsi (dal 5 maggio 2021) ci ha condotti – per volontà di Papa Francesco, cui va il mio pensiero di gratitudine e di piena comunione – a questo giorno. Ora, alla gioia che ho provato in veste di Amministratore apostolico al mio ingresso nella nostra Diocesi suburbicaria, si aggiunge la consolazione. Sì, perché, assumendo la pienezza del ministero pastorale di Vescovo tra voi, desidero continuare a valorizzare le tante bellezze e potenzialità che ho potuto scoprire nei mesi scorsi. La consolazione è questa: camminare insieme, nella stagione del percorso solidale, è la scelta più autentica per rinnovare lo slancio missionario e la passione di annunciare il Vangelo del Signore Gesù. 

Abbiamo iniziato – insieme con la Chiesa sorella di Civitavecchia-Tarquinia e in comunione con tutte le Diocesi che sono in Italia – il cammino sinodale. Un cammino che vivo con entusiasmo, perché sono convinto che ci condurrà a lidi (siamo una Diocesi che si affaccia su un tratto meraviglioso del Tirreno!) importanti e stimolanti. Ci chiederà, infatti, di riscoprire la gioia di seguire le parole del Vangelo, anche nell’attuale difficile contesto sociale e morale, aggravato dalla pandemia e dalle sofferenze che ha generato in moltissime persone. 

Il cammino sinodale ci chiede di metterci in discussione e di farlo seriamente. Ci “propone” di ascoltare la voce delle persone, di leggere le loro storie, di guardare i loro volti per comprendere la storia che hanno vissuto. Tutto ci parla dell’Amore di Dio che permea la vita delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, facendo appello al loro cuore affinché lascino spazio alla speranza. Credo che sia fondamentale affermare con forza (di nuovo!) la potenza della Resurrezione del Signore, della Sua vittoria sul peccato e su ogni morte. Così saremo in grado di rispondere alle sfide del tempo che ci è affidato; così potremo contrastare l’esculturazione del Vangelo in atto nelle società occidentali; così potremo offrire a tutti gli uomini e le donne di buona volontà la testimonianza certa e veritiera dell’Amore di Dio, che libera la vita e che sana le ferite del cuore. 

Ancora una volta rivolgo un pensiero affettuoso e grato a Mons. Gino Reali, che ha servito per diciannove anni la nostra Chiesa. Un caloroso saluto intendo inviare a tutti i presbiteri diocesani e ai religiosi che sono nella nostra Diocesi, pensando al grande lavoro che svolgono, spesso in condizioni complesse e disagiate. Con affetto saluto i diaconi permanenti e le loro famiglie, con l’augurio che la diaconia sia sempre più nella nostra  Chiesa il segno del desiderio di “uscire” e di trovarci in missione.  A tutte le religiose chiedo che sostengano l’opera evangelizzatrice urgente che ci attende con la propria collaborazione e con l’offerta quotidiana della preghiera. 

Un pensiero particolare intendo rivolgere ai laici e alle famiglie. Sono convinto che la loro disponibilità a percorrere insieme sentieri gioiosi (e faticosi al tempo stesso) per attualizzare le parole eterne del Vangelo sia la carta vincente per rendere significativa la presenza delle comunità cristiane. Per questo nei mesi trascorsi abbiamo avviato un percorso per dare slancio e vitalità alla pastorale rivolta alle famiglie e alla pastorale sociale e del lavoro. In quest’ambito potremo approfondire l’impegno – già sottoscritto – per vivere con uno stile ecosostenibile, nello spirito dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Con i giovani abbiamo iniziato un percorso alla luce della Parola di Dio: spero proprio che possa intensificarsi per essere “guidati” dallo Spirito del Signore. L’accoglienza verso tutte le persone, caratterizzate dall’impegno nei confronti delle comunità di migranti, caratterizza la nostra terra e la nostra Chiesa: possiamo e dobbiamo esserne felici. 

Nella nostra Diocesi esistono carismi e “segni” belli ed incoraggianti. Ho incontrato nei mesi scorsi tante persone entusiaste, pronte a mettersi in gioco, disponibili per porsi al servizio delle proprie comunità, capaci di interrogarsi sul proprio rapporto con la Chiesa e felici di poter offrire un contributo alla diffusione del Vangelo. Questa è veramente una grande consolazione!

Vi assicuro che non mancherò di dedicare tutte le mie energie al vostro servizio. Esprimo un sogno: quello di poter crescere nella stima reciproca, nell’accoglienza vicendevole, nello stupore condiviso dinanzi alle meraviglie operate dal Signore nelle nostre vite. Chiedo a tutti di sostenermi con la preghiera. 

Il territorio meraviglioso della nostra Diocesi mi ricorda doni straordinari del Signore: il mare che lambisce le nostre coste da Fiumicino a Santa Marinella ci parla di  Gesù che incontra i pescatori e li chiama a “pensare” in modo infinito; le campagne dell’agro portuense e della zona flaminia, terra fervida e sorridente, ci dicono che i frutti della campagna sono nutrimento per il corpo degli uomini e ci chiedono di pensare all’armonia del creato; le colline dell’entroterra della Tuscia ci ricordano la storia antica di queste contrade e manifestano la fecondità della natura; i quartieri periferici della città sono il segno dell’operosità e della fraternità che devono animare le nostre giornate. La ricchezza di questa Chiesa è composta di tante tessere del mosaico che si ricongiungono in una visione armonica: dalla presenza sanitaria verso i “piccoli” (le sedi dell’ospedale Bambino Gesù di Palidoro e Santa Marinella) alla magnificenza della stazione aeroportuale (il Leonardo da Vinci nel comune di Fiumicino);  dalla vastità dei campi coltivati alle spiagge affollate di romani che vivono il proprio tempo di riposo tra noi; dalle risorse della ministerialità caritativa (un pensiero gioioso alla Caritas diocesana!) ai percorsi di studio delle scuole di formazione teologica e pedagogica (tra le quali spicca la facoltà Auxilium).  Sono consapevole  che veramente mi è affidato un tesoro che desidero servire e custodire con amore e con sincera dedizione.

Chiedo a Maria SS.ma di sostenermi e di permettere che la Misericordia divina custodisca il mio servizio tra voi. Affido il mio ministero ai nostri santi patroni Ippolito, Seconda e Rufina. A tutti rivolgo un caloroso saluto e la mia benedizione nel Signore amante della vita!


La Storta in Roma, 12 febbraio 2022                                    


+ don Gianrico Ruzza

 

 

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