«Ricerca di verità e unità fra le genti»

Messa per l’Epifania con il vescovo Ruzza a Santa Maria maggiore assieme alle comunità della città di Cerveteri

Il suggestivo presepe vivente organizzato ogni anno a Cerveteri non ha potuto essere realizzato per l’evolversi della pandemia. Ma, il suo “cuore” ha garantito la continuità della tradizione: Giuseppe, Maria, il bambino e i magi hanno impreziosito la Messa nel giorno dell’Epifania presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza nella parrocchia di Santa Maria maggiore.

Con il presule hanno concelebrato tra gli altri il parroco don Gianni Sangiorgio, il vicario foraneo don Domenico Giannandrea e il parroco della Santissima Trinità padre Mario Vecchierelli. Tra i fedeli presenti, a nome dell’amministrazione, hanno partecipato alla liturgia Federica Battafarano, assessora alla cultura e Vincenzo Bellomo, presidente della commissione ai lavori pubblici.

Quella del 6 gennaio è una festa «straordinariamente importante», essa «è il culmine della manifestazione dell’Amore incarnato che si è rivelato al mondo a Betlemme» ha detto il pastore all’inizio dell’omelia. La nascita di Gesù è l’evento che cambia la storia dell’umanità. Come i Magi, i sapienti del tempo, anche noi oggi dobbiamo domandarci «dove e come possiamo incontrare Gesù di Nazaret, che è venuto nella storia e che ci chiede di aprirgli con fiducia il nostro cuore e la nostra mente?».

Non nelle luminarie appariscenti o nei successi rumorosi, tantomeno nel clamore mediatico e nei social ha spiegato il presule: «Lo incontreremo in una piccola e sperduta realtà della vita, lo troveremo in una periferia dove regnano umiltà e semplicità. È la sua scelta! In un’epoca così attenta ai diritti di tutti dobbiamo rispettare la Sua volontà di non fare rumore e di non attirare clamore di alcun tipo… È la cifra dello stile di Dio! Dobbiamo abituarci, come ci insegna San Francesco, è lo stile della minorità». Oltre ai magi anche Erode cerca Gesù, il re lo vuole trovare per opprimerlo perché egli teme il confronto con quel mistero che alberga nel cuore di ognuno, la finitezza. Ancora oggi la «rabbia» contro un amore “irrazionale” oppone l’ideologia al Vangelo.

Eppure guardando ai magi, «prudenti e mai appagati», possiamo accogliere questo mistero, prenderne consapevolezza e tornare cambiati dall’incontro con Dio. «È l’ora della riconciliazione e della fiducia», ha concluso il vescovo: «La festa dell’Epifania ci apre ad un orizzonte di speranza e di serenità del cuore, chiamandoci al contempo ad un impegno autentico e forte verso la ricerca della verità e il desiderio di unità tra tutte le genti».

Simone Ciampanella

 

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