In ascolto del cuore per valorizzare la persone

Assemblea Caritas con il vescovo Ruzza

Lo scorso 13 novembre il vescovo Gianrico Ruzza ha incontrato i nuovi e i vecchi operatori Caritas nella loro assemblea annuale al Centro pastorale diocesano. Nel suo saluto ai partecipanti l’amministratore apostolico si è detto felice che a guidare la Caritas diocesana sia una donna, moglie e madre, Serena Campitiello.

Il presule ha ricordato che la Caritas è un organismo pastorale che ha compassione e condivide la sofferenza e la fatica delle persone. Illustrando il significato della Caritas e il contributo che può fornire alla comunità, il vescovo ha fatto riferimento al racconto del buon samaritano nel Vangelo di Luca. Colui che si fa prossimo è Gesù, a lui dobbiamo guardare per imparare a vedere il cuore delle persone.

Oltre al cosiddetto “pacco”, gli operatori della Caritas devono infatti ascoltare il cuore, per questo è fondamentale che il centro di ascolto agisca seguendo la nuova legge di Gesù: «Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente e amare il prossimo tuo come te stesso». In questo senso, il presule ha sottolineato che si può amare Dio solo se si amano gli altri. Se non amiamo gli altri non amiamo nemmeno Dio.

Il vescovo ha poi ricordato che oggi c’è molta sofferenza nell’istituzione famiglia, a causa di molti fattori tra cui la mancanza del tempo, l’incapacità di capire i propri figli e comprendere i loro desideri. Con l’amore si può superare ogni difficoltà. Amare il prossimo, vale a dire amare qualunque uomo si incontri. L’amore è contagioso, l’amore si moltiplica, l’amore si diffonde.

Amare il prossimo implica seguire e valorizzare le persone perché sia promossa la loro dignità e diventino autonome. La Caritas dovrebbe rappresentare un percorso temporaneo per un ritorno a una vita sana e indipendente. In conclusione, il pastore ha spiegato che il termine “volontari” non dica abbastanza la natura degli operatori Caritas, che, oltre ad essere tali, devono mettersi al servizio degli altri, così come Gesù si è messo a servizio di ciascuno.

Daniela Coluccia

(foto Lentini)

 

Stampa news