Con la gioia nel cuore

Il giubileo sacerdotale di don Lino

Nativo della Storta, dove è stato anche parroco prima di diventare vescovo in Sabina, “don Lino” è stato accolto con tanta cordialità dai suoi compaesani domenica 25 luglio in serata, per la celebrazione giubilare dei cinquant’anni di Messa. Ordinato sacerdote proprio nella chiesa cattedrale dal vescovo Pangrazio, il 24 luglio del 1971, don Lino è stato prima viceparroco alla Massimilla e a Santa Marinella, quindi parroco a Santa Severa dove ha anche costruito la nuova chiesa parrocchiale.

Quindi è stato chiamato ad Anagni, rettore del Collegio Leoniano, primo rettore diocesano dopo i padri gesuiti che reggevano il seminario dalla sua fondazione alla fine dell’Ottocento. Terminato l’incarico, senza mai aver lasciato l’insegnamento in vari istituti teologici, per tre anni, fino alla successiva nomina di vescovo nel 2000, don Lino è stato parroco in Cattedrale, a La Storta. Quindi, vescovo a Poggio Mirteto e poi a Viterbo.

Un cammino di vita accompagnato da rare doti di mente e di cuore che chi lo conosce può testimoniare apertamente. I doni del Signore, uniti ad un bel carattere aperto e cordiale gli hanno permesso di entrare nella vita delle famiglie per portarvi la speranza del vangelo. Dovunque, don Lino ha lasciato un bel ricordo e un segno di speranza. La messa giubilare ha riunito il grazie della sua gente e di quanti lo hanno apprezzato, insieme al suo grazie al Signore che lo ha scelto e chiamato al suo servizio affidandogli sempre maggiori responsabilità nella chiesa, non ultima quella dell’episcopato.

Dall’alto della sua esperienza, nella commossa predica fatta a braccio, don Lino ha ringraziato tutti ripetendo più volte di essere contento del cammino fatto – non sempre facile, si sa, ma sempre accompagnato dalla certezza che il Signore c’era allora e c’è oggi, nonostante tutto. Un bell’esempio di fedeltà sacerdotale, una vocazione proprio della nostra Diocesi, nata in questa periferia e cresciuta cinquant’anni per essere, come ora vogliamo sperare, all’origine di altre generose risposte. Tutto per la maggior gloria di Dio.   (RED. – r. l.)


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