Istituito il “ministero laicale di catechista”

Presentazione della lettera apostolica "Antiquum misterium"

La lettera apostolica in forma di “Motu proprio” di Papa Francesco Antiquum ministerium con la quale si istituisce il ministero laicale di catechista è stata presentata l'11 maggio, nella conferenza stampa in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede. Sono intervenuti: l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (PCPNE), e monsignor Franz-Peter Tebartz-van Elst, delegato per la Catechesi del PCPNE.

Il vescovo Fisichella ha iniziato la presentazione con queste parole: «“Il ministero di Catechista nella Chiesa è molto antico”. Con questa semplice e immediata considerazione, Papa Francesco istituisce per la Chiesa del terzo millennio un nuovo ministero che da sempre, comunque, ha accompagnato il cammino dell’evangelizzazione per la Chiesa di tutti i tempi e tutte le longitudini, quello di catechista. Dopo la pubblicazione del Direttorio per la catechesi lo scorso 23 marzo 2020, un ulteriore passo per il rinnovamento della catechesi e la sua efficace opera nella nuova evangelizzazione è costituito dall’istituzione di questo specifico ministero laicale a cui sono chiamati uomini e donne presenti in tutta la Chiesa che con la loro dedizione rendono evidente la bellezza della trasmissione della fede».

Ricordo che già il 22 settembre 2018, papa Francesco, in viaggio per i Paesi Baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia), nel videomessaggio rivolto ai partecipanti al congresso internazionale di catechesi “Catechista, testimone del Mistero”, organizzato dal PCPNE, rilevò l’importanza di conferire a questo servizio una dimensione istituzionale nella Chiesa. Ribadì che essere catechista è una “vocazione” e con convinzione affermò: «Approfitto di questi strumenti efficaci della tecnologia per stare con voi e indirizzarvi alcuni pensieri che mi premono, perché la vostra vocazione ad essere catechisti assuma sempre di più una forma di servizio che viene svolto nella comunità cristiana e che richiede di essere riconosciuto come un vero e genuino ministero della Chiesa, di cui abbiamo particolarmente bisogno».

È interessante notare che il documento “Incontriamo Gesù”. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia (2014), in qualche modo espresse questa convinzione. Ne richiamo alcuni passaggi. Sottolineò «il valore del Mandato del vescovo che esprime la ministerialità peculiare dei catechisti» (Presentazione). Ribadì che «la ministerialità del servizio catechistico, espressa dal Mandato che il vescovo conferisce ai catechisti, apre al riconoscimento di una grazia particolare, la quale sostiene il loro servizio» (n. 78). Secondo Incontriamo Gesù, «il Mandato esprime dunque l’appartenenza responsabile del catechista alla propria comunità diocesana, perché manifesta la sua corresponsabilità nella missione di annunciare il Vangelo e di educare e accompagnare nella fede. Esso è anche il segno del riconoscimento di questa specifica vocazione e un titolo fecondo per il coordinamento dell’azione educativa in seno alla Chiesa» (n. 78).

Per questo la Chiesa intende «raccomandare con più evidenza alle comunità cristiane l’importanza di scegliere bene le persone adatte a svolgere tale ministero e di qualificarle adeguatamente, sia prima che assumano tale incarico, sia mentre svolgono tale servizio per l’edificazione della comunità ecclesiale» (n. 78; cf n. 81). Si preoccupò anche di rilevare: «il suo ministero [del catechista] si integra con la pluralità di figure che caratterizzano la Chiesa locale. La figura del catechista opera in sinergia e in comunione con gli altri operatori pastorali in una comunità ecclesiale a servizio dell’Annuncio. La ministerialità del catechista è determinata da una vocazione che richiede “una solida spiritualità ecclesiale, una seria preparazione dottrinale e metodologica, una costante comunione con il magistero, una profonda carità verso Dio e verso il prossimo” (RdC 189)» (cf la voce Catechista nel Glossario di Incontriamo Gesù).

Accogliere con gioia la nascita del ministero laicale di catechista, significa esprimere la consapevolezza che il catechista non è chiamato solo a svolgere un compito ma a rispondere a una precisa chiamata; inoltre, spinge a riconoscere la responsabilità formativa che ne consegue per divenire sempre più efficaci strumenti del Vangelo. 

Il Signore non lascia mancare alla sua Chiesa gli stimoli necessari per essere sempre meglio “evangelizzatori in Spirito”. Accogliamo con entusiasmo quanto ci viene suggerito in Antiquum ministerium e disponiamoci a creare le condizioni per una operosa risposta, espressione del crescente amore per la “corsa” del Vangelo.

suor Rosangela Siboldi, direttrice ufficio catechistico

 

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