Nella Residenza Orsini il cuore della diocesi

La Messa in Coena Domini per una Chiesa vicina ai più fragili

A Santa Marinella c’è una concentrazione di case religiose dedicate all’accoglienza di malati e anziani. Da alcuni anni il vescovo Reali decide di celebrare qui la Messa In Coena Domini. Una scelta segnata dal desiderio di mostrare alle persone l’affetto diocesi e alle religiose la riconoscenza per le loro opere.

Giovedì scorso la cena del Signore è stata celebrata nella residenza Orsini, gestita dalle Suore ospedaliere della misericordia. L’istituto è stato fondato all’inizio dell’Ottocento dalla nobildonna romana Teresa Orsini Doria Pamphilj. Il loro carisma è espresso con semplicità nelle costituzioni della congregazione: «Infermarsi con gli infermi, per sovvenire Gesù, penante nelle sue membra»

«Questa casa è il centro della diocesi questa sera», ha detto il vescovo durante l’omelia. Le celebrazioni principali dell’anno liturgico sono presiedute dal vescovo nella cattedrale. Ma è la sua presenza in preghiera assieme ai fedeli a dare l’unità della diocesi. Il luogo in cui la celebrazione avviene diventa dunque il cuore dell’azione liturgica della Chiesa particolare. Non solo per questo.

Nell’istituzione dell’Eucaristia di cui si fa memoria il Giovedì Santo, Gesù dice che chi vuole essere più grande degli altri deve esserne prima di tutto servo. «L’opera delle consacrate testimonia questo stile di vita, perciò questa sera il gesto della lavanda dei piedi, che ora ricorderemo assieme, trova in questa casa il cuore della carità di tutta la nostra Chiesa di Porto–Santa Rufina». Con il vicario foraneo don Salvatore Rizzo e il parroco del Carmelo, don John Castaneda, il vescovo ripete allora il grande insegnamento d’amore di Cristo. Nella sala piena, gli ospiti, il personale e i parenti accompagnano il rito cantando «Saremo suoi amici, se l’amore sarà con noi», e nel suono si forma l’immagine di una famiglia, unita e solidale.

 

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