Quella società aperta a tutti perché di Gesù

Sabato 20 la Veglia missionaria diocesana nella parrocchia Sacro Cuore di Ladispoli

Sabato prossimo al Sacro Cuore di Ladispoli la diocesi si riunisce per la Veglia della Giornata mondiale per le missioni. Quando si parla di missione si pensa subito a paesi distanti dal nostro quotidiano. Luoghi in cui far risuonare il nome di Gesù, perché poco conosciuto o del tutto ignorato. È una responsabilità antica della Chiesa, rinvigorita cinquant’anni fa da Paolo VI, oggi canonizzato assieme al vescovo Oscar Romero da Francesco a San Pietro. Nel 1965 papa Montini promulgava il decreto conciliare “Ad gentes” che dava nuovo impulso all’annuncio del regno di Dio a tutti, e tre anni dopo iniziava il messaggio per la giornata missionaria con un deciso «È venuta l’ora delle Missioni».

Paolo VI intuiva un’urgenza e indicava nella giornata «un’occasione per riaccendere nel cuore d’ogni fedele la coscienza della vocazione missionaria, propria di tutta la Chiesa; essa è stata fondata per essere missionaria ». Perché, in quanto cattolica, è suo diritto e dovere essere «la testimonianza di Cristo per tutti, il mezzo di salvezza per tutti, la società mistica e umana aperta a tutti». Montini accendeva così il faro sulla missione come natura del discepolo di Gesù. Nel contesto culturale e politico, com- plesso e doloroso, di mezzo secolo fa il papa riportava lo spazio della missione nel cuore di ogni persona, in ogni ambiente, in ogni relazione.

Da quegli anni critici la strada da fare per la pace e la giustizia è andata in salita e, ancora oggi, la necessità missionaria è più che mai decisiva per costruire la fraternità tra i popoli. Perciò «ogni uomo e donna è una missione – scrive papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale per le preghiere e le offerte per le giovani chiese di domenica prossima – e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra». Sono le nuove generazioni ad essere le prime destinatarie di questo compito: la celebrazione del Sinodo dei giovani nell’ottobre missionario è eloquente. «Essere attratti – continua Francesco – ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza. Nessuno come i giovani sente quanto la vita irrompa e attragga».

Allora la veglia di sabato prossimo è un invitato a vivere la missione come impegno quotidiano, a cui tutti siamo spronati con la domanda suggerita da Francesco nel messaggio: «Che cosa farebbe Cristo al mio posto?»

Pagina Facebook: CMDPortoSantaRufina 

Simone Ciampanella

(17/10/2018)

 

Stampa news