Il ritorno di Ippolito

Giovedì 5 a Fiumicino la memoria del martire, patrono principale della diocesi

Il 5 ottobre la Chiesa portuense festeggia sant’Ippolito, patrono principale di Porto–Santa Rufina assieme a santa Rufina e santa Seconda, e protettore della città di Fiumicino. La tradizione indica Ippolito come primo vescovo dell’antichissima diocesi di Porto, unita da papa Callisto a quella di Selva Candida nel 1120. Eletto come vescovo di Portus, la città nata attorno al porto imperiale di Claudio, il primo pastore di Porto–Santa Rufina fu tra i martiri che nel III secolo incontrarono la morte perché fedeli a Gesù Cristo.

La passione ci racconta che il santo fu legato mani e piedi e gettato con dei pesi attaccati in una cisterna piena d’acqua. Passano i secoli e rimane memoria solo nella tradizione scritta. Ma nei primi anni 70, durante una campagna di scavi, l’archeologo Testini fece un’importante scoperta vicino alla torre conosciuta come “di sant’Ippolito” che diede sostanza a millenni di devozione. Fu ritrovato il tracciato della basilica di Ippolito, le mura crollate, i resti dell’altare, del presbiterio e della vasca battesimale.

Davanti all’altare fu ritrovato il ciborio, smontato da monaci del convento annesso alla torre, che volevano tutelarne l’integrità durante i saccheggi. Ma la sorpresa fu ancor più grande quando sotto questa struttura lo studioso rinvenne un sarcofago su cui sopra era posta una targa di autentica martiriale con scritto: «Hic requiescit beatus Ypolitus martyr», (qui riposa il beato Ippolito martire).

Dopo duemila anni la nuova Portus, Fiumicino, ritrovava così la radice preziosa della sua antica storia, in un momento, tra l’altro, in cui il comune rivierasco iniziava la sua nuova primavera attorno al neonato aeroporto Leonardo Da Vinci con uno sviluppo demografico ed economico che aveva bisogno di essere accompagnato anche dalla formazione della comunità.

Ippolito è ritornato così, quasi in maniera provvidenziale, a proteggere la città che gli fu affidata, garantendo attraverso la sua memoria, un fondamento sicuro da offrire ai suoi nuovi fedeli per costruire l’identità e la comunione ancorandole a un passato fatto di accoglienza e di relazione, quale doveva essere stata la comunità cristiana da lui guidata nel più importante scambio commerciale della Roma imperiale.

Per favorire questo contatto spirituale tra patrono e fedeli, da ieri le reliquie del martire, conservate nell’episcopio di Porto, hanno iniziato un pellegrinaggio attraverso le comunità del territorio. Questa visita,Ippolito l’ha iniziata nella parrocchia di Santa Maria della Divina Grazia, dove le sue spoglie sono arrivate alle 17.30. Allo stesso orario la teca che conserva i suoi resti giungerà ogni giorno nelle altre comunità locali. Oggi a San Benedetto Abate, l’ultima parrocchia nata a Fiumicino nei pressi di Parco Leonardo. Domani sarà invece a Santa Paola Frassinetti, dove la diocesi ha inaugurato il nuovo centro pastorale lo scorso giugno.

Martedì sarà la volta di Santa Maria Stella Maris. Mercoledì le reliquie arriveranno nella chiesa di Santa Maria Porto della Salute, costruita dall’architetto Valadier nel borgo omonimo. Il giovedì le reliquie arriveranno alle 15 presso la parrocchia di Santa Maria madre della Divina provvidenza, per partire in processione verso l’antica basilica di Sant’Ippolito. Qui il vescovo Reali presiederà la concelebrazione eucaristica in memoria del suo primo predecessore in quella che possiamo considerare la prima Cattedrale della diocesi.

Simone Ciampanella

02/10/1017

 

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