Preparare il cuore al Signore
«Inizia oggi una settimana straordinaria e particolare per la vita di tutti i cristiani nella quale, con il compimento che giungerà a Pasqua, ripercorriamo un'esperienza unica che è quella del Signore Gesù che ha scelto di condividere in tutto la nostra condizione umana».
È l’osservazione da cui il vescovo Gianrico Ruzza ha iniziato la sua meditazione per la celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, che si è svolta il 13 aprile nella cattedrale della Storta. La benedizione dei rami di ulivo sul piazzale antistante la chiesa ha avviato la funzione. È un gesto che fa memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, mentre viene osannato dal popolo. Così allo stesso modo i fedeli sono entrati nel tempio accompagnati dal canto della corale della cattedrale. Eppure poco dopo quella stessa gente che aveva accolto il Salvatore lo rifiuta, come accade ancora oggi.
«È inquietante la frase “togli di mezzo costui”» presente nel racconto dell’evangelista Luca» ha sottolineato il pastore nell’omelia. «È una frase – ha spiegato – che si ripete costantemente nella storia, tutte le volte che i vari poteri dell'uomo tentano di eliminare la presenza del figlio di Dio. Magari possono ammettere una entità superiore, ma non ammettono la persona di Gesù Cristo, cioè il fatto che il nostro Dio sia persona che vive in mezzo a noi, che si relaziona come persona tra le persone».
Nella sofferenza di Gesù cogliamo un dolore che continua ad avvenire oggi nel mondo «in tutte le regioni in cui ci sono le morti degli innocenti, ci sono le violenze gratuite» ha sottolinea il pastore «in modo particolare vorrei dire che oggi tutta questa storia per un misterioso evento della cronologia si ripete proprio lì, a Gaza, dove si bombardano gli ospedali, dove si uccidono i bambini, dove vengono mutilate le persone, là in quella terra in cui Gesù è stato torturato, respinto, ucciso».
L’accoglienza della Parola di vita chiede un’adesione personale che implica la decisione per cambiare prospettiva: «Il Signore ha bisogno del nostro cuore» perché questo «possa davvero vivere l'esperienza della conversione e cambiare il suo modo di essere, di amare e di agire», conclude il pastore invitando a «comprendere quanto veramente grande sia l'amore di Dio, come questo amore di Dio possa ottenere salvezza per la vostra vita e darci la libertà dalla tirannia, dalla schiavitù che si chiama peccato, che si chiama egoismo, che si chiama violenza».