Mercoledì delle Ceneri con i bambini

«Questo è un tempo per guardare il peccato. Sapete cosa è peccato? Quando pensiamo solo a noi stessi, quando parliamo male degli altri, quando siamo egoisti. Noi grandi, soprattutto, pensiamo che ci sia sempre una giustificazione alle cose sbagliate che facciamo, invece, dobbiamo impegnarci a correggere i nostri atteggiamenti: come ci dice l’apostolo Paolo: “lasciatevi riconciliare con Dio”». Con queste parole il vescovo Gianrico Ruzza ha spiegato il significato delle Ceneri cosparse sul capo ai bambini dell’Iniziazione cristiana riuniti nella Cattedrale della Storta per celebrare la liturgia della Parola nel primo giorno di Quaresima.

Una meditazione quella di mercoledì scorso, 22 febbraio, proposta dal vescovo nella forma del dialogo con i piccoli che erano accompagnati dai loro catechisti e dai genitori assieme al parroco don Giuseppe Colaci. Il pastore ha parlato dell’invito di Gesù a «non guardare le cose troppo appariscenti»: in genere siamo portati a fare le cose che ci portano successo o a guardare ciò che riteniamo famoso, come quanto è sui social o in televisione. Ma, «Questo non è l’insegnamento di Gesù. Le cose importanti si fanno senza che gli altri ci applaudano. Fai le cose di nascosto perché il Padre tuo sa che le fai e ti ricompenserà».

Il vescovo ha offerto ai bambini delle chiavi di lettura per riportare le indicazioni di Gesù su elemosina, preghiera e digiuno raccontate nel vangelo di Matteo. La raccolta del denaro durante la Messa o le offerte del cibo per le persone bisognose bastano? No. «Il mio cuore dov’è? Io devo stare accanto a chi soffre. Pensiamo mai ai vostri amici che stanno sotto le bombe in Ucraina? Pensiamo mai ai bambini che sono in Afghanistan e non possono andare a scuola, alle bambine che devono stare a casa senza imparare nulla per una scelta del governo? Pensiamo alle sofferenze nel mondo? Dobbiamo stare accanto al cuore delle persone che soffrono facendo qualcosa di concreto per loro».

Soffermandosi sul pregare, il pastore ha spiegato che non è sufficiente recitare il Padre Nostro, l’Ave Maria, il Gloria al padre, l’Angelo custode. «Pregare è quando ascoltiamo la parola di Dio, quando a casa leggiamo il Vangelo» in questi momenti ascoltiamo Dio che parla nel silenzio al cuore. Infine, l’ultima domanda, «Perché si fa digiuno?», posta dal pastore ai piccoli uditori al quale ha ricordato che in alcuni paesi nel mondo i loro coetanei mangiano una sola volta al mondo. «Digiuno – ha detto – significa stare attenti a non esagerare, ad essere solidali con le persone che non mangiano. Vuol dire che faccio un sacrificio, che mi fido di Gesù e di quello che mi ha detto e che mi posso impegnare ad essere migliore». Acquisisce senso pieno allora quella parola «che tra un po’ sentirete: “Convertiti e credi al Vangelo”, torniamo indietro dagli errori e mettiamo in pratica la Parola di Gesù».