«Grazie a Maria aperti alla gioia e alla speranza»

La visita del vescovo Gianrico Ruzza presso la parrocchia di Santa Maria del Carmelo per la festa patronale è stata occasione di incontro comunitario, ma anche di vicinanza tra il pastore e i fedeli che hanno partecipato alla Messa allestita nel giardino della chiesa, per garantire le misure anti Covid 19.

Il parroco padre John Harold Castaneda ha rivolto al vescovo il saluto della comunità, affidata alla cura pastorale dei Carmelitani dell’antica osservanza, e degli istituti religiosi che operano in parrocchia tra cui le Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambino Gesù, fondate dalla beata Maria Crocifissa Curcio, e le Suore di Maria Santissima Addolorata. «Grazie per la sua presenza» ha detto il sacerdote, esprimendo al presule il desiderio della comunità di una sempre maggior vicinanza e conoscenza tra «gregge e pastore». La festa del 16 luglio viene sempre preparata con grande cura da tutte le realtà presenti in questa comunità di Santa Marinella.

Durante la novena gli animatori delle liturgie serali hanno ripercorso la spiritualità carmelitana mettendola in dialogo con la vita spirituale del singolo. Padre Alex Giovanny Arevalo Quinchanegua, vicario parrocchiale, ha guidato nella riscoperta degli inni e dei poemi dei primi secoli, mentre le religiose degli istituti presenti nel territorio parrocchiale hanno curato la bellezza della liturgia.

La vergine invocata come madre e decoro del Carmelo ci presenta l’immagine della perfezione della vita contemplativa, il suo culto si sviluppa su una tradizione spirituale di eremitaggio il cui inizio viene fatto risalire al profeta Elia.

Accennando alle origini della devozione verso Nostra signora del Monte Carmelo il vescovo ha ricordato nell’omelia che nella vita del cristiano «il primo lavoro da fare è la preghiera» che pone il credente «in una profonda relazione con Dio». Nello spazio della preghiera possiamo guardare allo stile di ascolto di Maria. La Madre di Dio ci mostra come essere aperti «alla parola del Signore che viene a noi attraverso i nostri pensieri». Questa relazione non è fine a sé stessa ma «fa nascere il cammino verso la pienezza della vita».

I silenzi e lo sguardo contemplativo di Maria nel momento più drammatico della storia di Gesù insegnano al cristiano come comprendere la risposta di Dio al mistero della sofferenza. «La croce è il segno di un Dio che non si è accontentato di trovare una soluzione per l’uomo. Ma è diventato la soluzione per lui vivendo nel suo figlio sulla croce la partecipazione alla dimensione della sofferenza».

Con la sua comprensione del mistero della croce Maria testimonia prima di tutti la fiducia nel Padre buono. Per questo è a lei che Gesù affida l’umanità: «Dobbiamo sentire questa protezione di Maria che è la madre dolorosa». Allora, ha concluso il presule, la solennità della Madonna del Carmelo ci assicura che «Non saremo mai più tristi, ma saremo aperti alla speranza e alla gioia e potremmo ogni giorno dire: “questa è la mia felicità che sia compiuta la tua parola e sia fatta la tua volontà”».

«Purtroppo» ha concluso nel saluto finale il parroco, «anche quest’anno è mancata la processione per le vie della parrocchia, ma abbiamo recuperato portando la benedizione della Madonna nella visita alle case». Il sacerdote ha ringraziato poi tutti i volontari che hanno curato l’organizzazione esterna della liturgia. Di certo, oltre alle iniziative per lo spirito e la preghiera, sono mancati i momenti di convivialità legati ai percorsi di spiritualità e di formazione delle famiglie.

L’augurio della comunità carmelitana è di poter tornare presto a poter organizzare quei momenti informali che permettono un arricchimento delle relazioni per far crescere nuove amicizie e coltivarne delle nuove». Resta comunque forte il sentimento di condivisione che negli anni è cresciuto nella parrocchia attorno allo scapolare e ai carismi religiosi che ne incarnano il significato attraverso la preghiera e il servizio alla Chiesa.

Demetrio Logiudice e Simone Ciampanella