Abbing, un amore che si piega per liberare i più piccoli

Festeggiare il 20° anniversario della morte di John Patrick Carroll-Abbing significa ricordare un uomo che ha raccolto le ceneri di una guerra mondiale, l’ultima, e da allora ha continuato a tendere la mano a generazioni di ragazzi bisognosi di aiuto. L’Opera nazionale per le Città dei ragazzi (Oncr) ha onorato la memoria del suo fondatore la settimana scorsa con il concerto dell’orchestra Papillon l’8 luglio e il 9, giorno della ricorrenza, con una Messa di ringraziamento presieduta dal vescovo Ruzza nella parrocchia di San Paolo VI nel quartiere La Pisana di Roma. Con il presule, accolto da Vincenzo Cappannini, presidente dell’Oncr, hanno concelebrato don Giuseppe Marangoni, parroco della comunità, istituita nel 2019 dal vescovo emerito Gino Reali, padre Manuele Solofa, alla guida della parrocchia di Santa Maria madre della divina grazia, e Rafael Diaz, direttore della Repubblica dei ragazzi a Civitavecchia.

Al termine del secondo conflitto mondiale Carroll-Abbing si adopera per assistere sfollati provvedendo al sostentamento alimentare e sanitario e attivando dei centri di accoglienza per gli orfani. Gli diventa sempre più chiara la vocazione per la gioventù in difficoltà. Durante un periodo di degenza in ospedale per una malattia sogna la Città dei ragazzi. Nel 1945 inizia da Civitavecchia avviando il sistema educativo dell’autogoverno su cui poi ha basato tutta l’opera: «Oggi nessuno nega che sia una cosa necessaria educare i giovani alla responsabilità: alcuni, però, continuano a sostenere che si può fare senza dar loro responsabilità concrete, senza che abbiano la libertà di predisporre programmi, di prendere decisioni, di fare scelte, cioè di correre il rischio di sbagliare». Nel 1953 il sacerdote apre la struttura nella periferia romana dove è stata celebrata la Messa. In oltre mezzo secolo l’Oncr ha aiutato circa cinquemila, tra ragazze e ragazzi, rispondendo con creatività alle mutate condizioni sociali con proposte di formazione aggiornate anno dopo anno come l’attuale progetto “Percorsi di cittadinanza”.

Ogni azione proposta dalla Città per il bene dei ragazzi risponde infatti all’idea fondamentale di Carroll-Abbing che, ha detto il vescovo nell’omelia, si è fatto interprete della «tradizione del Vangelo di accogliere coloro che sono in difficoltà, insegnando a gestire la propria vita». Quello che il fondatore ha fatto capire ai giovani e che propongono ancora i continuatori della sua opera è dire ai ragazzi: «Non rimanere chiuso nel dolore, esci nella vita ». Carroll-Abbing «ha combattuto per dare una speranza ai giovani aiutandoli a riconoscere che la propria vita è preziosa e con la perseveranza la possono salvare». La sua testimonianza di prossimità rivela «un amore che si piega per liberare i più piccoli» ha concluso il pastore. Nella chiesa dove il bassorilievo dell’ingresso riproduce il sacerdote con Paolo VI, suo amico, l’esperienza di carità dell’opera si mescola oggi con la vita del territorio. I ragazzi ospiti e le persone della comunità assieme agli educatori hanno pronunciato un unico “grazie” per l’insegnamento di questo servitore instancabile, le cui intuizioni continuano a diffondere cammini di speranza.

Simone Ciampanella


L’Opera nazionale Città dei ragazzi e la comunità di San Paolo VI hanno accolto l’amministratore apostolico per la Messa di ringraziamento nel 20° della morte del fondatore