«Vite intrecciate» all’amore del Vangelo

Il 24 marzo, a 41 anni dal martirio di san Oscar Romero, si celebra la Giornata dei martiri missionari. L’arcivescovo di San Salvador, fu assassinato mentre celebrava la Messa, ucciso per le sue denunce contro le violenze della dittatura militare nel Paese. Nel 2020 sono stati venti i missionari che hanno dato la vita per il Vangelo: otto sacerdoti, tre religiosi, due seminaristi e sei laici. Due di questi in Italia: don Roberto Malgesini a Como e fra Leonardo Grasso a Catania, entrambi uccisi nell’esercizio della carità verso i più poveri.

Come ha detto papa Francesco nell’udienza generale dell’11 dicembre 2019: «Il martirio è l’aria della vita di un cristiano, di una comunità cristiana. Sempre ci saranno i martiri tra noi: è questo il segnale che andiamo sulla strada di Gesù. È una benedizione del Signore, che ci sia nel popolo di Dio, qualcuno o qualcuna che dia questa testimonianza del martirio».

Un martirio non accade mai per caso e giunge all’interno di vite segnate da una testimonianza radicale dell’amore crocifisso. “Vite intrecciate” è il tema di questa giornata, perché la vita di un martire è intreccio di amore tra Dio e gli uomini che è la croce di Gesù. Egli è stato ucciso per l’amore che portava al Padre e che era venuto ad annunciare agli uomini, e i martiri si ritrovano intrecciati in questo amore da cui non provano a fuggire, finendo per mostrare come l’amore sia l’unico intreccio che libera la vita. Il loro sangue ricorda quanto profondo sia il mistero dell’iniquità contro cui dobbiamo combattere, e quanto piccola sia la nostra fede e impaurita la nostra carità.

Lunedì scorso sui media della diocesi abbiamo ascoltato il cardinale Louis Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, raccontarci del viaggio del Papa in Iraq. Ha mostrato le ferite della Chiesa nella terra dei due fiumi, chiese distrutte, luoghi in cui cristiani hanno pagato con la vita per la loro sequela di Gesù. E oggi all’alba di una nuova speranza di fraternità ha detto: «I martiri ci hanno aiutato a rimanere fedeli alla nostra fede, fino al sangue».

Dai martiri dobbiamo accogliere l’invito a non fuggire e a non volgerci dall’altra parte, lo faremo con la preghiera ed il digiuno, leggendo i loro nomi e ascoltando alcune delle loro storie, in una veglia che celebreremo nella Cappella della Facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilium” e che sarà trasmessa sul canale YouTube della diocesi, il 24 marzo alle ore 20:45. In un mondo intrecciato dentro matasse che lo soffocano, facciamo memoria di quell’intreccio di amore che continua a salvarci.

Federico Tartaglia, direttore Centro missionario

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