Tessitori di fraternità per riscoprire il prossimo

È importante collocare la Giornata missionaria mondiale e il mese missionario di ottobre all’interno del tempo della pandemia che tutto il mondo sta vivendo. Il tema che è stato scelto quest’anno ha un titolo quanto mai opportuno: “Tessitori di fraternità”. La pandemia ha di fatto accelerato un processo che sta mutando la civiltà cristiana, come fa notare il sociologo Luigi Zoja: «Per millenni, un doppio comandamento ha retto la nostra civiltà: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso. Alla fine dell’Ottocento, Nietzsche ha annunciato: Dio è morto. Non era più necessario per spiegare le relazioni sociali, familiari, politiche, le forme dell’arte e del sapere. Ora dopo un secolo possiamo affermare: è morto anche il prossimo».

Uno degli elementi evidenti che più contraddistinguono questo tempo del Covid–19, fatto di distanziamento fisico, di quarantena e di mascherine forzate è la «privazione sensoriale del prossimo» che ci porta a vivere ciascuno da solo in un mondo che assomiglia sempre di più ad una folla di “solitari”. La necessità improvvisa dello smart working ci ha spinto verso «una visione dell’esistenza – scrive il teologo Armando Matteo – in cui la propria realizzazione non passa attraverso la cura dell’altro, la relazione con l’altro, la felicità dell’altro. E nella quale l’esperienza della fraternità non appare più qualcosa da potersi realizzare».

È così, dopo aver perduto Dio, ora rischiamo di perdere il prossimo. È in atto un progressivo processo di disumanizzazione, reso sempre più impetuoso dalle nuove forze economiche e mediatiche che non sembrano conoscere resistenze. Chi rimarrà a difendere l’individuo, non come numero, utenza o cliente, ma come fratello con cui tessere la trama e l’ordito della fraternità?

I missionari! È così che possiamo rispondere, senza timori di essere criticati o di sembrare presuntuosi. I missionari non soltanto vanno lontano per portare, ma più ancora vanno per restare e diventare parte. Per tessere legami di prossimità e di fraternità che il mondo non può conoscere.

In questo mese missionario siamo chiamati a pregare affinché i legami di fraternità missionaria di cui è fatta la Chiesa universale si rinsaldino, attraverso le offerte e la preghiera, e l’ascolto delle testimonianze missionarie accenda in noi il fuoco della missione.

Cuore di questo tempo di missione sarà la veglia missionaria, il prossimo 17 ottobre alle 20.30, nella cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, che preparerà la Giornata missionaria mondiale del 18 Ottobre, nella quale saremo invitati a pregare per tutti i missionari a far giungere loro il nostro più generoso sostegno. Il cuore dell’edizione di quest’anno lo esprime con chiarezza papa Francesco nel messaggio per questa Giornata: «Siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri».

Don Federico Tartaglia, direttore Centro missionario