«Preti generosi e disponibili per il mondo»

Con il suo “sì” don Andrea Sidoti ha reso ancor più grande la gioia per la festa dei Santi Pietro e Paolo. Lo  scorso 29 giugno il vescovo Gino Reali lo ha ordinato sacerdote nella cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a La Storta.

Il nuovo sacerdote ha 32 anni, è di Roma ed è laureato in filosofia. Dopo gli studi universitari ha iniziato il percorso nel seminario della Fraternità sacerdotale missionaria di San Carlo Borromeo. La struttura ha sede a Casalotti, quartiere della periferia romana nel territorio della diocesi di Porto–Santa Rufina. Con don Andrea hanno ricevuto l’ordinazione diaconale Francesco Babbi, Tommaso Badiani, Stefano Peruzzo e Simone Valentini, che con altri giovani proseguono il cammino verso il presbiterato sotto la guida di don Paolo Sottopietra, superiore generale della Fraternità. All’inizio della celebrazione il sacerdote ha ringraziato il pastore per l’accoglienza e per la paternità espressa in più occasioni, come nel riconoscimento delle Missionarie di San Carlo, il ramo femminile dell’esperienza di fraternità iniziata da Massimo Camisasca, attuale pastore di Reggio Emilia–Guastalla.

Al suo confratello va il pensiero del vescovo durante l’omelia, riconoscendo nei suoi scritti la lucida sintesi del carisma della Fraternità, come opportunità per tutta la Chiesa nata nella passione del movimento di Comunione e Liberazione fondato da don Luigi Giussani. «Con il Battesimo – ha detto il presule – ogni cristiano riceve una missione di annuncio che non ha confini. I sacerdoti della Fraternità di San Carlo valorizzano questa dimensione della fede rendendola un’identità forte che praticano con la generosità e la disponibilità al servizio in tante parti del mondo».

Alla suggestione del rito, sempre nuova e coinvolgente, ha assistito un’assemblea ridotta per le misure anti–covid. Ma, parenti, amici e compagni di vita hanno accompagnato con attenzione e intensità la scelta definitiva di don Andrea, aiutati da un coro capace di raccogliere tutti nella preghiera con la bellezza di un repertorio antico e moderno.

 

Simone Ciampanella

(da Lazio Sette, 5 luglio 2020)


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