Per la maggior gloria di Dio

Suonano a festa le campane della Chiesa Cattedrale per ricordare agli abitanti del quartiere de La Storta che è giorno di festa. Si ricorda Ignazio di Loyola, il santo che passò di qui, nel novembre del 1537. Andava a Roma senza sapere come sarebbe stato accolto, se cioè il progetto della Compagnia di Gesù avrebbe o no incontrato il favore di Paolo III e della sua Corte. Sostando a lungo in preghiera nella Chiesetta de La Storta, ebbe la certezza che lo stesso Dio Padre lo metteva “insieme con il proprio Figlio”, udendo le parole di Gesù: “io a Roma vi sarò propizio”.

È un onore per la nostra Diocesi (che non a caso proprio a La Storta ha il suo centro, con la Chiesa Cattedrale, la sede del Vescovo e gli uffici della Curia), custodire la memoria della Visione di Sant’Ignazio. “Spiritualmente qui apparteniamo tutti alla Compagnia di Gesù” – ha detto in modo incisivo Mons. Reali nell’omelia della Messa.

Ma gli intrecci della storia non finiscono qui. Dal 1537 andiamo all’ultimo giorno del mese di luglio dell’anno 1971. Siamo in Umbria, a Monteleone di Spoleto; il paese è in festa ed accoglie il Vescovo venuto da Norcia per consacrare un ragazzo, Gino Reali. Che diventa Sacerdote, ad appena ventitré anni, come si usava allora. Non è un giorno a caso, è la festa di Sant’Ignazio di Loyola. Che dal Cielo sorride perché quel ragazzo, di lì a poco, sarebbe stato mandato proprio a La Storta come Vescovo.

Pensieri, ricordi ed emozioni che hanno fatto dire a Mons. Reali: “ogni anno, la memoria della mia ordinazione mi costringe al difficile confronto con Sant’Ignazio, un sacerdote santo, un generoso apostolo ed evangelizzatore, un grande riformatore della Chiesa. Quando sono stato nominato Vescovo di questa Chiesa che proprio qui ha il suo Episcopio e la sua Cattedrale, ho cercato con più grande impegno di trovare in me una nuova dimensione del mio sacerdozio, ispirata a Sant’Ignazio. Capite la mia difficoltà, davanti ad un gigante della santità e dell’evangelizzazione come Ignazio. Una difficoltà unita ad una sfida più grande che mi viene continuamente riproposta. Non nascondo che la sfida mi piace, anche se accuso tanti insuccessi e crescenti debolezze”.

Sì, siamo tutti ben consapevoli delle nostre difficoltà e debolezze. Ma sappiamo anche che il Signore Gesù non è passato oltre. Anzi, noi che abbiamo la fortuna di vivere a La Storta possiamo sntire ancora l’eco delle sue confortanti parole: “Io a Roma vi sarò propizio” e così sperimentiamo che il Padre – Dio – ci mette “insieme con il suo Figlio”. Per questo andiamo avanti con coraggio e insieme, Vescovo e popolo, nel nome del Signore. E per la sua maggior gloria.

don roberto leoni