Pasqua di sangue: strage dei cristiani in Sri Lanka

Continua a crescere in Sri Lanka il bilancio delle vittime degli attentati dinamitardi del giorno di Pasqua, centinaia di morti e feriti provocati dall'esplosione quasi simultanea di sei bombe in tre chiese gremite di fedeli in preghiera e in tre alberghi di lusso nella capitale Colombo. Si tratta di una delle più gravi azioni terroristiche messe a segno nel mondo: per le perdite inflitte e perché le esplosioni, avvenute quasi in simultanea, sono state sei, seguite da altre due nelle ore successive, pianificate, coordinate e organizzate per infliggere il maggior danno possibile.

Tutto è iniziato infatti poco dopo le 8 del mattino con l’attacco a tre chiese dove centinaia di fedeli stavano partecipando alle celebrazioni pasquali. La prima esplosione si è verificata alle 08.45 nel santuario nazionale dedicato a sant’Antonio da Padova, a Kochchkade, un distretto della capitale Colombo. In quel momento al suo interno vi erano da 500 a 600 persone. Le vittime sono state decine. Subito dopo è stata colpita la seconda chiesa, dedicata a san Sebastiano, che si trova a Negombo, una città circa 40 chilometri a nord della capitale, anch’essa gremita. Poi è toccato alla chiesa evangelica di Sion a Batticaloa, una città della costa orientale che dista oltre 300 chilometri da Colombo.  

Nel frattempo nella capitale altre esplosioni, puntando sui ristoranti affollati all’ora della colazione, hanno colpito tre alberghi a cinque stelle: l’hotel Cinnamon Gran Colombo, nel cuore della città, a poca distanza dall’ambasciata Usa e dalla residenza privata del primo ministro Ranil Wickremesinghe; il Kingsbury Colombo, anch’esso centrale, vicino al Colombo World Trade Center; e il Shangri-La, nel quartiere degli affari. 

Nel primo pomeriggio c’è stata una settima esplosione vicino alla capitale, nei pressi dell’albergo Tropical Inn a Dehiwala, un sobborgo di Colombo. Infine un’ultima esplosione si è verificata durante un raid della polizia in una casa di Dematagoda, un altro sobborgo della capitale, ed è costata la vita a tre agenti. Secondo le autorità queste due ultime esplosioni sarebbero opera di attentatori in fuga.
 
Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, intervistato dalla Bbc, ha dichiarato che mai avrebbe immaginato che potesse succedere una cosa del genere. Neanche all’epoca della guerra civile, che fino al 2009 ha contrapposto forze governative e Tamil separatisti, si sono verificati simili attacchi ai cristiani e alle loro chiese. Per questo, nonostante i segni crescenti di intolleranza religiosa, nessuno ha pensato di adottare misure di sicurezza come succede in altri paesi. “Tanta gente è andata in chiesa senza immaginare che cosa stava per succedere e adesso molti sono stati uccisi – ha commentato – oltre tutto la chiesa di sant’Antonio è frequentata da gente praticamente di tutte le religioni e quindi è stato colpito un centro vitale per la città di Colombo”.
 
E' stato molto di più di un semplice attentato: il mondo ha assistito allo sterminio islamista di un'intera comunità nel giorno più importante per la cristianità.   (Red. - r.l.)