Con le giovani martiri

Selva Candida, Selva Nera, Boccea. Sono alcuni dei luoghi della periferia nord–ovest di Roma nel territorio della diocesi. Ai nuovi arrivati o ai giovani non dicono molto, ai più vecchi qualcosa ricordano, ma sono nomi antichi di un tempo in cui la Chiesa iniziava a diffondere il Vangelo. È l’epoca in cui i primi cristiani lottarono per difendere la loro fede. Una lotta particolare però: non contro, ma per qualcuno, per Gesù Cristo. È la lotta del martirio, ossia della testimonianza della fede fino ad offrire la propria vita per dare voce a un inedito messaggio di fraternità.

Ogni anno la diocesi fa memoria di questa eredità celebrando le sue compatrone Rufina e Seconda. Promesse in moglie a due giovani pagani, Armentario e Verino, le due ragazze scelscero di offrire la loro vita a Cristo e non sposarsi. I due fidanzati tentarono di convincerle ad abbandonare la fede in Gesù. Non ottennero alcun risultato e presi dall’odio le denunciarono al nobile Archesilao il quale le portò davanti al prefetto Giunio Donato. Torturate per ottenerne l’abiura e il sacrificio agli dèi rimasero inamovibili. Non riuscendo a convincerle, i carcerieri decisero per la loro morte.

Archesilao le condusse al XIII miglio della via Cornelia, in un fondo chiamato Buxo, per la probabile presenza di piante di bosso (nel tempo il nome si trasforma in Boccea). Rufina viene decapitata, mentre Seconda viene uccisa a bastonate. Il fatto avvenne attorno al 260 d.c., quando erano imperatori Gallieno e Valeriano. Il luogo del martirio Sylva nigra (oggi divenuta Selva Nera), così chiamata per la fitta vegetazione che impediva alla luce di filtrare, fu cambiato in Silva candida (oggi Selva Candida) perché, come racconta la tradizione, fu purificata e illuminata dal sacrificio dei martiri. Infatti, in quest’area altri cristiani furono uccisi per la loro fede. Sono i martiri di Selva Candida, cui è stata dedicata la chiesa parrocchiale della Natività di Maria Santissima.

Oggi le spoglie delle giovani martiri sono conservate nella cripta della parrocchia dedicata alle Sante Rufina e Seconda a Casalotti ed è qui che la diocesi si ritroverà domenica prossima per una grande incontro dei giovani. La memoria liturgica cade il 10 luglio, ma è stata anticipata all’otto per favorire la presenza delle persone.

La festa inizierà alle 16.30 nella piazza del Castello di Porcareccia. Alle 18 ci sarà la processione e alle 19 la Messa presieduta dal vescovo Reali. Nella celebrazione il vescovo darà il mandato ai volontari del “VolEst”, che quest’anno opereranno nell’orfanotrofio di Bacau in Romania e al Cara di Castelnuovo di Porto e a quelli del “Vev” per le missioni in Tanzania. Con loro anche i giovani che parteciperanno al pellegrinaggio diocesano verso il Circo Massimo, dove ci sarà l’incontro con il Papa. Il pellegrinaggio inizierà l’8 agosto e si concluderà il 12 con la Messa a piazza San Pietro. I giovani della diocesi partiranno dalla Madonna del Sorbo e attraverso la via Francigena sosteranno a La Storta, dove c’è la cattedrale della diocesi. Arriveranno poi a Roma.

La festa per le martiri continuerà con gli spettacoli dei giovani, per onorare queste sorelle nella fede. La tradizione dei martiri chiede di essere conosciuta e diffusa, perché rende ragione di quello che siamo oggi e ricorda la speranza e il coraggio dei primi cristiani, comportamenti per una testimonianza credibile. Info su www.diocesiportosantarufina.it e Facebook: ss.rufinaesecondaroma.

Sono sorelle nella fede in cui la comunità ritrova la radice della sua storia Nella Messa il mandato affidato dal vescovo Reali ai volontari per le missioni e per le altre attività estive

Simone Ciampanella

(2/7/2018)

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