Vino nuovo per otri nuovi?

Anche quest’anno, in occasione della presentazione del Signore, si celebra la giornata mondiale di preghiera per la Vita Consacrata e in tutte le Diocesi ci si raduna insieme, religiosi e religiose, con il proprio Pastore e il popolo di Dio per pregare e ringraziare il Signore per questo dono che continua a dare alla Chiesa tutta. Nella nostra diocesi si celebra il 4 febbraio alle 16.

Ma chi si accorge di questo piccolo seme di senape che continuamente fruttifica? Chi si accorge di questo lievito nella pasta che si scioglie e fa fermentare? La Vita Consacrata è presente nei posti più impensati ma è sempre dietro le quinte. Oggi lo è ancora di più perché calante in ogni ambito.

La Vita Consacrata oggi è posta in seria riflessione e dalla domanda autopunente: “Perché non ci sono vocazioni?”, si sta passando alla domanda operante:”Che cosa dobbiamo fare?”. Oggi la Chiesa nel suo magistero, offre tanto alla Vita Consacrata per spronare, riflettere e aiutare al cambiamento nel giusto modo. E la Vita Consacrata come risponde alle spinte che le vengono date? Ecco il senso di quel punto interrogativo sul titolo Vino nuovo per otri nuovi? C’è davvero questo vino nuovo? Ci sono davvero gli otri nuovi?

Non bastano i testi che sicuramente vanno studiati e approfonditi; non bastano incontri e conferenze di approfondimento che vanno sicuramente offerti e seguiti; il punto dolente è la motivazione di fondo che corrisponde alla domanda:”Perché devo cambiare?”. Ecco, se la Vita Consacrata non riflette su questa domanda di senso del cambiamento, passerà ad essere non dietro le quinte, non granello di senape, non lievito nella pasta ma ultima carrozza del popolo peregrinante!

Tale considerazione non vuole essere una critica pessimista, quanto un voler vedere ad occhi aperti e con oggettività: non possiamo stare più dietro le quinte ma dobbiamo uscire, coniugandoci con la gente, impastandoci con loro, nei loro problemi e difficoltà e lasciandoci lievitare, perché il lievito è il Vangelo di Gesù; crescere e camminare con il popolo di Dio perché il granello di senape è il Vangelo di Gesù.

La Vita Consacrata deve operare scelte fortemente coraggiose a partire dal Vangelo, mettere a rischio le troppe sicurezze a cui si aggrappa per restare così come è; ritornare alla genialità e al coraggio dei Fondatori e Fondatrici,  che non avevano tutte le carte in regola e non avevano tutti i numeri già fatti delle Costituzioni per giocarsi tutto sul Vangelo! Rischiare! La Vita Consacrata deve rischiare sulla novità che sola viene dal Vangelo, perché è solo Lui che fa nuove tutte le cose, che dà il vino nuovo e fa gli otri nuovi.

La Vita Consacrata deve uscire dallo stallo dove si trova che fa passare sopra la testa e scivolare addosso la marea di carte e documenti perché troppe parole scorrono come fiumi senza meta. La Vita Consacrata deve uscire sulla strada delle relazioni autentiche, vere, profonde e gratuite che il Vangelo percorre per tornare a meravigliarsi di un sorriso, a stupirsi di una carezza, ad accogliere la tenerezza dello sguardo di Gesù che, fissatolo lo amò.

Sr. Loredana Abate, delegata Usmi

(2/2/2018)